Attualmente in Italia ci sono oltre 37.000 cittadini residenti di nazionalità russa, ovvero provenienti dalla Federazione Russa. Tuttavia il numero di "russi", cioè di persone russofone, aumenta a dismisura se consideriamo il numero totale di ex cittadini sovietici che attualmente risiede in Italia. Sicuramente, infatti, il gruppo etnico russofono maggiormente presente in Italia sono gli ucraini, con oltre 200.000 presenze, una cifra che, come si vede, è nettamente superiore a quella dei russi della Federazione Russa. Vi è poi un'altra piccola comunità che conta solo 8.000 persone, data dai bielorussi. In totale, sommando questi tre popoli, gli slavi orientali - o russofoni - in Italia sono più di 267.000.
Per chi voglia approfondire, i miei dati sono tratti dal sito Tuttitalia, i dati considerati sono gli ultimi disponibili, cioè quelli al 31 Dicembre 2019. I numeri sono attendibili, tuttavia va sempre considerato che gli stranieri che hanno ottenuto la cittadinanza italiana e hanno rinunciato alla cittadinanza natale, e i clandestini, sfuggono alle statistiche. Possiamo quindi immaginare che i numeri registrati sono per difetto e, anche nel caso dei russofoni, probabilmente il loro numero reale è un po' più alto. Ad ogni modo la nostra indagine di oggi si interessa degli stranieri russofoni legalmente presenti in Italia e del perché abbiano scelto proprio l'Italia.
Va detto anche che, a questi tre Paesi della Slavia orientale, potremmo sommare anche i cittadini della Moldavia, una repubblica ex sovietica bilingue, i cui cittadini sono rumeni e parlano rumeno, ma molti dei quali parlano anche russo. Una percentuale consistente di moldavi è di etnia russa o ucraina. Si stima che quasi il 20% dei cittadini moldavi sia di etnia russa o ucraina, in quanto alcune parti della Moldavia appartenevano in passato alla Russia. I moldavi in Italia sono oltre 118.000.
Infine dobbiamo fare un discorso analogo per le popolazioni del Baltico, in particolare per i lettoni. La Lettonia è un'altra repubblica post-sovietica e, benché i lettoni etnici parlino il lettone, ovvero una lingua baltica e non slava, in Lettonia, nel 2013, il 30% della popolazione lettone era di etnia russa. Va precisato che la presenza così numerosa di russi negli ex Paesi sovietici è la conseguenza di grandi spostamenti etnici interni operata dai vari governi sovietici nel corso della dittatura, secondo il programma di mescolamento dei popoli. I russi che sono rimasti in queste ex repubbliche, poi, non sono sempre ben visti, in quanto sono associati con un popolo invasore, dunque sono anche uno dei popoli che emigra di più da queste repubbliche.
I lettoni in Italia sono quasi 3.000 e ovviamente non sappiamo quanti di loro siano baltici e quanti slavi russofoni, ma non sarei sorpresa di scoprire che molti di loro sono russi etnici. Insomma, sommando anche moldavi e lettoni, in Italia abbiamo circa mezzo milione di cittadini provenienti da un Paese russofono (non conto la Lituania, dove l'etnia russa è molto meno presente rispetto alla Lettonia).
Perché i russi decidono di vivere in Italia?
Tutta questa premessa è servita a spiegare che i russi veri che emigrano in Italia non sono poi così tanti. Con 37.000 presenza, di cui solo 7.000 maschili, i russi superano di pochissimo i tedeschi presenti in Italia.
Il grosso dei russi è dato da quelle etnie provenienti da ex repubbliche che, dopo il crollo dell'Unione Sovietica, si sono ritrovate in condizioni ancora più gravi della Russia stessa, in primis Ucraina e Moldavia, due dei Paesi che hanno patito maggiormente la povertà dopo la fine del comunismo; oppure è dato dalle minoranze russe presenti in quelle ex repubbliche dove, dopo il crollo dell'URSS, è iniziata una vivace campagna nazionalista, allo scopo di riacquisire le lingue nazionali, come ben appunto il lettone, a discapito del russo. Questo clima ostile ha spinto molti russi ad emigrare.
Passiamo ora ad alcune interviste che ci chiariranno perché i "russi" scelgono l'Italia.
Katalina, russa della Lettonia
<< Ho scelto di emigrare in Italia per motivi di salute. Mi fu diagnosticata una bronchite cronica e il medico mi consigliò di trasferirmi in un posto dal clima caldo. Scelsi l'Italia, escludendo prima il Nord (troppo freddo) e dopo il Sud (troppo caldo per me che provengo dal Baltico). Optai quindi per il centro, preferendo una località balneare. Ed eccomi qui. >>
Iryna, ucraina
<< Venni qui con un visto sportivo. Gli atleti dell'ex Unione Sovietica avevano dei visti semplificati per venire in Italia. Pertanto fui la prima della famiglia a venire qui e a trovare lavoro. In seguito riuscii a fare arrivare, tramite ricongiungimento familiare, alcune zie. Perché ho fatto arrivare le zie e non gli zii? Perché qui era facile trovare lavoro come badante, ma solo per le femmine. Per i maschi il percorso era più difficile. Da noi si stava molto male e tante famiglie avevano bisogno di soldi. Feci arrivare allora alcune zie che avevano figli non troppo piccoli e nel giro di pochi mesi riuscirono tutte a trovare lavoro come badante. Il vero vantaggio di questo lavoro, e quindi il vero motivo per cui arrivarono quasi solo donne, era che le donne, con questo lavoro, non avevano bisogno di un affitto e non avrebbero dovuto pagare vitto, alloggio e bollette. Potevano mandare tutto il loro stipendio in Ucraina, oppure mandarne metà e tenerne un'altra metà da parte per comprare casa. Le mie zie sono riuscite a far studiare i figli, che oggi sono uomini adulti e con lavori prestigiosi. Inoltre sono riuscite a compare doppie case e i loro figli sono riusciti ad ampliare quelle ereditate. Oggi hanno delle belle villette e sono sposati e con figli a loro volta, i quali non vogliono più guardare alla Russia, ma all'Europa. Vogliono studiare l'inglese, non il russo. >>
Natasha, ucraina
<< Venni in Italia a tredici anni, tramite un visto di ricongiungimento familiare fatto da mia madre. Quando le chiedo: ma perché proprio l'Italia? Non c'è lavoro, noi giovani non abbiamo futuro. Mia madre mi risponde che in Italia era più facile arrivare. I governi post-sovietici concedevano il visto di espatrio più facilmente se la destinazione era l'Italia, e il governo italiano ci permetteva di restare. In Germania o in Scandinavia sarebbe stato molto più difficile entrare. >>
Olga, russa
<< Io sono nata qui nelle Marche da genitori russi. Il primo a venire come studente fu mio padre. Oggi è medico qui in Italia. Venne in Italia perché il governo russo non faceva uscire i suoi cittadini in Occidente, l'unico Paese nel quale potevano andare (non proprio facilmente, ma in modo abbordabile) era l'Italia. Inoltre i sovietici avevano proprio il mito dell'Italia: vedevano film italiani, ascoltavano musica italiana e pensavano che l'Italia fosse una terra calda e perfetta. Beh, ora che ci vivo direi che insomma... Per i giovani è abbastanza dura. >>
Serhij, ucraino
<< Io sono arrivato a sedici anni tramite visto di ricongiungimento familiare. La prima ad arrivare fu mia madre. Poi lei è riuscita a far venire anche mio padre e poi me e mia sorella. Siamo uno dei pochi casi in cui la famiglia ce l'ha fatta senza spezzarsi, siamo riusciti a venire tutti. Oggi ho un buon lavoro e sono sposato con una ragazza ucraina, abbiamo due figli. Sono felice. >>
Marina, ucraina
<< Molti ucraini stanno arrivando in Italia come rifugiati di guerra. Questo fenomeno non coinvolge solo l'Italia, ma anche la Spagna. Prima emigravano prevalentemente le donne, ma, dallo scoppio della guerra del Donbas, grazie a questa nuova opportunità di entrare come rifugiati e di essere seguiti tramite un percorso professionalizzante e un corso di lingua italiana, stanno arrivando anche gli uomini. Alcuni scappano dalla guerra e dal servizio militare, altri scappano da un paese corrotto, ma soprattutto un Paese dove gli stipendi sono ancora bassissimi. 150-200 euro al mese. Eppure ci sono anche tanti ucraini che riescono a guadagnare di più. È un po' una giungla e si capisce ben poco. >>
CONCLUSIONI
Il motivo principale per cui tanti russi sono in Italia è la facilità che ebbero i primi emigranti a raggiungere l'Italia, anziché un altro paese occidentale. Il governo sovietico collaborava strettamente con il Partito Comunista Italiano e le relazioni tra i due Paesi restarono abbastanza buone. I primi ad arrivare iniziarono allora a richiamare i parenti e gli amici, prevalentemente quelli di sesso femminile, spiegando loro che in Italia era facile trovare lavoro come badante, ma non solo. Questo tipo di lavoro allettava meno le russe etniche (un popolo abituato a comandare, che non si "abbassa" facilmente a fare questo lavoro, piuttosto una russa preferisce entrare in Italia con un visto matrimoniale), di più le donne moldave e ucraine, due etnie abituate a subire, ma anche due popoli di grandissimi lavoratori (vanno menzionate anche le rumene, anche loro grandi lavoratrici).
Questo processo ha dato vita a quella che, professionalmente, si chiama catena migratoria: ossia i nuovi emigranti vanno nei posti dove sono già presenti dei loro connazionali, soprattutto amici e familiari che possono aiutarli nei primi tempi. La caratteristica della migrazione post-sovietica in Italia, comunque, resta il fatto che qui giungono prevalentemente donne, mentre in altri Paesi occidentali arriva grossomodo lo stesso numero di uomini e donne. In ogni caso, l'Italia, fra le comunità dell'Est, si configura come una terra più allettante per le donne che per gli uomini, ed ecco spiegato il motivo per il quale molti italiani pensano che ad Est siano le donne a sbarcare il lunario e a mantenere gli uomini. Si tratta di un'idea distorta, basata sull'osservazione di pochi individui all'estero. Infatti nelle culture dell'Est un uomo che si fa mantenere da una donna è visto molto negativamente e molte badanti sono o divorziate o single o vedove, chi è sposata, spesso ha un marito che lavora in Ucraina/Moldavia/Romania, ma lei che lavora in Italia molto probabilmente guadagna molto di più di lui.
Un fenomeno invece recente sono gli arrivi in qualità di rifugiato umanitario, un'opportunità che oggi possono cogliere solo gli ucraini.
Infine devo menzionare anche il fenomeno criminale che è purtroppo fiorito parallelamente alle grandi migrazioni femminili degli anni '90-2000, ossia le tratte delle prostitute. Purtroppo furono - e sono ancora oggi - rapite e messe a lavorare su strada o in bordelli illegali con l'inganno tantissime ragazze ucraine, ma anche di altri Paesi dell'Est, che cercavano di raggiungere l'Italia per lavorare come badanti o come cameriere o addirittura come modelle, un lavoro che attirava facilmente ragazze carine e giovani che si candidavano direttamente dall'Ucraina o dalla Bulgaria, e che venivano rapite strada facendo. Vi sono anche ragazze che il mestiere lo esercitano liberamente, soprattutto quelle provenienti dai paesi UE, come la Romania, che talvolta decidono di fare quel lavoro per qualche mese o anno per pagarsi gli studi o per comprarsi casa in Romania. Ovviamente, trattandosi di Paesi a basso reddito, si sono sviluppate anche le varie truffe online e offline. Tutto ciò, comunque, non ha niente a che vedere con le persone normali.
Infine, un'ultima piccola parentesi su i russi che arrivano qui come... Bambini adottati. Infatti la Russia, la Moldavia e l'Ucraina avevano accordi vantaggiosi con l'Italia anche per quanto riguarda le adozioni internazionali. Purtroppo non conosciamo il numero di bambini italiani che sono in realtà russi o ucraini adottati, ma si stima che siano diverse migliaia. Andrebbe invece stoppato il fenomeno più recente dell'utero in affitto, ovvero della maternità surrogata, che purtroppo sono legali sia in Russia che in Ucraina e Romania, un fenomeno che purtroppo vede, ancora una volta, i Paesi ricchi sfruttare quelli poveri. Ancora una volta, lo sfruttamento è uno dei peggiori: coppie che pagano una donna dell'Est, certamente bisognosa, sui 15.000 euro, per mettere al mondo un figlio da dare alla coppia. Non mi va di indorare la pillola e chiamare questo un atto di carità. Non vi è carità quando ci sono i soldi di mezzo. È una vera e propria compravendita e, benché sfruttare l'utero in affitto all'estero sia illegale, il governo italiano preferisce chiudere un occhio su tutti i neonati che entrano annualmente dall'Ucraina, partoriti da una donna ucraina per una coppia occidentale (mi pare di capire che il seme sia sempre del padre-acquirente, mentre l'ovulo credo che possa essere sia della madre-acquirente, sia della donna ucraina, qualora la madre-acquirente non sia in grado di produrre ovuli suoi), pur di non lasciare praticamente orfani dei neonati nati al solo scopo di essere venduti a degli occidentali.Mi spiace dirlo, ma mi pare che molti occidentali siano solo egoisti e vogliano a tutti i costi un bambino e, ovviamente, vanno a farselo produrre in Ucraina, ben sapendo che gli ucraini (anche se pure qui sopra molti scrivono che sono brutti, con tratti asiatici e orecchie a sventola) sono belli, così si vanno a comprare il Cicciobello direttamente alla fonte. Lasciate in pace i nostri bambini! Purtroppo oggi si abusa la parola libertà, in questo senso la cultura occidentale fa schifo: in pratica stanno legalizzando tutto, basta che hai i soldi e laghi e puoi fare tutto, ma possibilmente lontano da casa, nei Paesi poveri. L'Italia adotta, come sempre, una politica ipocrita s ambivalente, ossia dice no, ma chiude più di un occhio e non perseguita davvero chi va a compiere atti criminali all'estero, così come non perseguita davvero i pedofili che vanno a comprare sesso minorenne in Thailandia o come non perseguita i clienti delle prostitute dell'Est e africane palesemente sfruttate per strada. In Scandinavia, se non altro, i clienti vengono perseguitati. Del resto suvvia, anche i polli sanno quello che succede sulle nostre strade.
Per cui, rinnovo l'appello: lasciate in pace i nostri bambini e le nostre ragazze.
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https://www.tgcom24.mediaset.it/cronaca/documenti-classificati-ai-russi-in-cambio-di-denaro-ufficiale-italiano-arrestato-per-spionaggio_30414944-202102k.shtml
RispondiEliminaOra si capisce perché amano l'Italia
E finita la bella Italia trovate altri polli da spennare altrove
RispondiEliminaMarxisti nemici di cristo!
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