Un marito giapponese

 Oggi andiamo molto più ad est del solito. Il nostro viaggio alla scoperta delle coppie miste lei italiana lui orientale oggi ci conduce fino in Giappone, Paese in cui una nostra connazionale, che chiameremo Benedetta, ha trovato un lavoro e... Il suo grande amore. 

<<Per cominciare, Benedetta, come sei finita in Giappone? >>

<<Ciao Michelle. Sono finita in Giappone per studio, avendo svolto un master di lingue orientali nel Sol Levante. Dall'università dove studiavo ho trovato lavoro all'interno del mondo accademico. È valsa la pena studiare in Giappone. >>

<< Avevi già una passione per il Giappone o ci sei finita per caso? >>

<<Ho sempre avuto la passione per il Giappone. Dopo essermi trasferita stabilmente nel mio nuovo Paese ho conosciuto anche mio marito. >>

<<Che è giapponese. Questo è insolito, perché è più frequente il caso opposto, lei nipponica e lui europeo. >>

<<Vero, devo dire che ai giapponesi non sempre piacciono le donne europee, però ho trovato un uomo appassionato di Italia e quindi ci siamo scambiati le passioni! >>

Il dialogo fra me e Benedetta prosegue per una mezz'ora buona. Il discorso approda su due temi interessanti: il primo, come sono gli uomini giapponesi e poi: perché in Giappone c'è una natalità così bassa?

Benedetta mi racconta che gli uomini giapponesi sono molto dediti al lavoro, e allo stesso tempo molto tradizionalisti per quanto riguarda i ruoli di genere. Difficilmente un giapponese lavorerà meno ore per condividere le mansioni familiari e la cura dei figli con la sposa, anche perché la società giapponese è competitiva e stacanovista. Di conseguenza le donne giapponesi si trovano a dover gestire una casa e crescere dei figli quasi da sole. 

E qui si giunge al secondo punto: perché in Giappone nascono così pochi bambini?

Il Giappone ha un tasso di natalità davvero scarso, forse di pochi millesimi percentuale superiore rispetto all'Italia. Il motivo - afferma Benedetta - è che gli uomini giapponesi non aiutano in casa e le donne giapponesi non vogliono più rivestire il ruolo di angelo del focolare, preferendo lavorare anche loro e avere una carriera. Ma in Giappone, come dicevano, lavorare significa lavorare davvero molto e intensamente. Niente settimana breve o full-time ridotto come stanno sperimentando in Scandinavia. I nipponici lavorano molto e il tempo da dedicare a dei bambini, dopo il lavoro, è praticamente zero. 


<<Molte donne posticipano di molti anni la maternità, in modo da avere una carriera solida alle spalle. Quando finalmente decidono di avere dei figli, o è troppo tardi o riescono ad avere solo uno. >> Prosegue Benedetta, la quale ha sua volta ha, proprio come molte donne giapponesi, un solo figlio. 

Purtroppo sembra che in tutti i Paesi di cultura occidentale, le donne abbiano perso interesse per la maternità. Non che non vogliano sperimentarla, ma di solito non così presto e non con più figli. 

Il Giappone, però, a differenza di altri Paesi occidentali che stanno continuando a crescere demograficamente (più che altro per via dell'immigrazione) è un Paese che sta già sperimentando la decrescita demografica e il trend di infertilità delle donne giapponesi inizia ad essere seriamente deleterio per la demografia del Paese.

Da studi internazionali emerge che il costo della vita nel Sol Levante è alto, il che implica che in coppia occorra spesso lavorare in due. Allo stesso tempo, la cultura del lavoro in Giappone è molto rigida e non permette alle persone di destreggiarsi anche con una famiglia.

PER DECENNI LA CULTURA OCCIDENTALE HA INSEGNATO COSE SBAGLIATE.

Tuttavia io credo che il motivo principale del perché oggi le donne giapponesi, coreane e italiane in primis non stiano avendo figli è che per decenni la cultura occidentale ha insegnato alle donne che la famiglia è un male del quale occorre liberarsi. La famiglia come ostacolo all'emancipazione della donna è una retorica cara alla sinistra e al marxismo culturale.  

Marx aveva previsto che lo Stato sarebbe subentrato per occuparsi dei figli, ma non aveva previsto che le donne avrebbero semplicemente perso interesse nell'avere una famiglia con dei bambini. 

Per decenni la retorica è stata:

- i bambini sono un intralcio al divertimento, all'indipendenza e alla carriera delle donne;

- i bambini costano e non ripagano, quindi non sono un buon investimento;

- meglio lavorare, divertirsi e viaggiare. È anche più divertente!


In realtà non ci sono molte cose che non si possano fare anche avendo dei figli, più che altro gli anni in cui si è un po' più costrette dentro casa sono pochi e passano in fretta. Dopo qualche anno si può viaggiare anche con i bambini ed è più facile tornare al lavoro. 

Tuttavia la retorica occidentale fa di tutto per rappresentare come figa una vita intera trascorsa in ufficio e come triste e oppressa una vita in cui un decennio circa viene investito per crescere dei figli, mentre l'uomo è al lavoro. 

ASSURDO! PAZZESCO! Eppure la menzogna ha attecchito ed estirparla non sarà né facile né economico. 

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