Lo sciovinismo italiano sul cibo

 La cucina italiana è senza dubbio buonissima e rientra meritatamente fra le cucine più conosciute al mondo. Il piatto unico che ha reso celebre la nostra cucina, la regina per così dire delle portate, è sicuramente la pizza, esportata in tutto il mondo e unica nel suo genere. Ma ridurre tutto a pasta e pizza è davvero superficiale, in quanto la cucina italiana è ricchissima anche di dolci e di secondi. 

Tuttavia, quando si arriva alle cucine straniere, la reazione di molti italiani è semplicemente odiosa: forti del titolo nobiliare attribuito alla cucina italiana, gli italiani si avvolgono in un manto di assoluto sciovinismo quando sono di fronte a cucine estere. In questo caso diventano autentici bigotti antipatici, pronti a denigrare le altrui tradizioni culinarie senza averle neppure assaggiate, salvo cambiare poi idea, qualora una data cucina diventi trendy e porti status andarsi a cibare in un determinato ristorante esotico. 

Questo è il caso, ad esempio, del sushi, che io provai la prima volta nel lontano 2001, allorché aprì il primo ristorante giapponese in una città vicino. Per inciso, all'epoca il sushi era anche molto costoso e non si trovavano ancora tutte le qualità raffinate e trash che si trovano oggi in un qualunque all-you-can-eat oppure nei ristoranti giappo stellati. 

Ricordo che, quando raccontai in giro di aver provato il sushi, la reazione dei più fu di disgusto totale, con tanto di prese in giro. Ma, siccome l'italiano medio è un pagliaccio conformista che fa le cose per moda e non perché gli piacciono i dispiacciono veramente, allorché sbocciò la moda del sushi (più o meno 4-5 anni dopo), vidi con costernazione quelle stesse persone che mi avevano sfottuta correre col cuore in mano a mangiare sushi e atteggiarsi, in aula, con gli amici fighetti, a navigati sommelier del sushi, benché fino al giorno prima lo avessero evitato come la peste. 

Successivamente avvenne un qualcosa di ancora più curioso, ossia la moda per il sushi passò dall'essere una semplice moda al diventare una vera e propria ossessione, tanto che persino blogger come Il Redpillatore e altri hanno parlato di ragazze e donne che, pur di scroccare una cena di sushi, escono con chiunque, anche con dei sub-5, tanto che tale tipologia è diventata un meme vero e proprio: la scrocca-sushi. Ossia colei che non vede l'ora di addentare un bel barcone carico di sushi di tutti i tipi, con Filadelfia, senza, con salsa teriyaki o con avocado, basta che sia insomma, e soprattutto, basta che paghi un altro. 

Nonostante il ripensamento degli italiani sul sushi, gli abitanti della Penisola non hanno mutato il loro atteggiamento di base, per cui ogni qualvolta una nuova cucina etnica approda in Italia devono comportarsi con insolenza e maleducazione. 

Eccoci arrivati al caso di oggi: le polemiche infinite sulla cucina rumena, dato che un nuovo ristorante rumeno ha aperto i battenti a Ferrara (se non ricordo male). Ai gestori faccio ovviamente i miei migliori auguri, dato che fare impresa in Italia e far conoscere una cucina straniera agli italiani sono due imprese messianiche. Polemiche a non finire su quanto la cucina italiana sia migliore di tutte le altre e, manco a dirla, di quella rumena, come se mangiare una volta ogni tanto ANCHE cibo rumeno fosse un atto di lesa maestà e alto tradimento nei confronti della Patria. 

Ecco, se dovessi trovare un tratto culturale che unisce tutti gli italiani, da Caltanissetta a Bolzano, sono i maccheroni e lo snobismo nei confronti delle cucine estere, con magari qualche lieve tolleranza in più verso la cucina francese, tedesca e slovena a, rispettivamente, Aosta, Bolzano e Trieste. 

Resta la domanda: ma perché? Perché essere tanto ottusi e arrivare ad offendere altre nazioni? 

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