I villaggi russi dove vivono solo donne

Forse ne avrete sentito parlare, perché sicuramente è una delle leggende più famose della Federazione Russa, o forse no: mi riferisco ai villaggi russi popolati da sole donne.

Secondo le voci, in Russia ci sarebbero migliaia di villaggi rurali popolati da sole donne, le quali mandano avanti questi paesetti praticamente senza uomini. 

Ma tutto ciò... è vero?

Sì, signore e signori, è vero. Ma non per i motivi che il visitatore occidentale ingenuo potrebbe pensare: no, gli uomini di questi paesi non sono a casa, stecchiti di vodka, sono bensì al lavoro.

Nella sconfinata Siberia, molti paesini non offrono opportunità di lavoro. Un uomo che volesse restare al villaggio non avrebbe grandi possibilità di lavoro e, soprattutto, di un guadagno adeguato per mandare avanti una famiglia come si deve. Molti preferiscono spostarsi in città più grandi, dove vanno a lavorare come manovali, nelle miniere, negli impianti di estrazione del gas, sulle piattaforme o nell'esercito oppure guidando i camion, lasciando le donne a casa con i bambini. Tecnicamente, non sono donne abbandonate: il marito manda loro i soldi e loro gestiscono la famiglia con questi introiti. Spesso, quando i figli sono grandicelli o se hanno accanto una nonna volenterosa, lavorano a loro volta. Ma fisicamente sono donne sole e, sì, se capiterete mai in uno di questi paesini, vedrete in giro solo donne.

Un italiano che aveva lavorato in Bielorussia mi aveva detto una volta: << In Bielorussia lavorano solo le donne, gli uomini non si vedono mai, sono tutti a casa ubriachi. >>. Questo non è vero: gli uomini lavorano, ma svolgono spesso lavori maschili, non in vista. Possono lavorare nei cantieri, come camionisti, come marinai, nell'esercito e, in generale, nelle retrovie, a svolgere lavori pesanti.

GLI UOMINI SLAVI SONO STACANOVISTI

Una russa di nome Mila scrive su internet: << Vuoi sapere dove trovare un uomo russo? Al lavoro! Sono ubriachi di lavoro, non di alcool! >>. Quando sento parlare degli uomini russi o ucraini come di alcolisti, francamente mi bolle il sangue, voglio dire, ci saranno anche quelli, ma in Occidente si parla come se il 90% di loro fosse così.

Ho visto uomini fare pure due lavori per sbarcare il lunario e mettere insieme uno stipendio decente (in linea con gli standard occidentali), spesso rimettendoci anche la salute, e chiamarli ubriaconi non mi sembra un bel ringraziamento. La cultura russa spinge gli uomini a guadagnare, il capitalismo, poi, è entrato brutalmente nella vita dei russi e la competizione per fare soldi è molto alta, soprattutto nelle grandi metropoli. Nicchie speciali e innovative sono sorte intorno all'high-tech e alla finanza, soprattutto a Mosca, Kiev e altre città specializzate come Novosibirsk. Questi nuovi russi sono diversi dai loro predecessori: non devono più essere fisicamente forti, anzi, spesso sono pure abbastanza nerd. Tuttavia esistono ancora gli uomini russi blue-collars, quelli fisicamente tosti che piacciono a me (nonché a tante russe... Beh, dipende anche dalla donna). 

Il comunismo aveva sostanzialmente impedito agli uomini russi (e ucraini e bielorussi) di sfogare la loro naturale pulsione maschile alla conquista e al guadagno, dato che il lavoro era regolamentato dallo Stato e arricchirsi era impossibile e vietato; ma, con la caduta del comunismo e l'avvento del capitalismo neoliberale, molti hanno voluto recuperare quello che non hanno potuto fare prima.

L'uomo russo contemporaneo non è più l'uomo comunista che faceva otto ore di lavoro e poi andava a bere, adesso molti uomini lavorano anche più di dodici ore al giorno e hanno obbiettivi molto alti. Vogliono vivere bene!

Non ho mai visto così tanti nuovi cantieri come a Kiev, dove sembra che ci sia una gara per erigere palazzi sempre più alti e moderni, sempre più velocemente, quasi un ossequio al capitalismo estremo. Sempre più russi si spostano verso le grandi città all'inseguimento del sogno capitalista, grandi città che talvolta sono dei veri e propri tritacarne (Mosca è famosa per questo). 

IL VALORE DELL'AMICIZIA FEMMINILE

Ma torniamo alla quiete del villaggio, la Russia che amo, quella dei grandi spazi, dei tempi lenti e dei campanili dorati. 

Ho ritrovato lo stesso impianto mentale fra gli immigrati degli ex paesi comunisti dell'Europa orientale in Italia. Molte donne russofone, che vivono in Italia ma che sono sposate con uomini dell'Est, spesso si trovano a trascorrere molte ore al giorno da sole. Certo, non trascorrono da sole settimane o mesi, ma comunque del tempo sufficiente perché si riscopra il valore dell'amicizia femminile.

Fra le donne russofone esiste un certo sostegno reciproco: madri e figlie che si aiutano, ma anche amiche che si aiutano a vicenda. In questo modo gli uomini sono liberi di andare a caccia e svolgere la loro battaglia (quella di guadagnare), mentre le donne sole si aiutano a vicenda e crescono i bambini nella quiete del villaggio, lontane dalla civiltà.

FOTO DI UN VILLAGGIO SIBERIANO "ONLY WOMEN"

La fotografa russa Olga Ivanova ha immortalato un piccolo centro rurale siberiano popolato da sole donne nei suoi scatti fotografici. Gli uomini - scrive Olga Ivanova - sono andati tutti via per lavoro, ad eccezione di alcuni vecchi e dei bambini.


Mentre gli uomini sono via, alcune contadine svolgono il lavoro nei campi.


Alcune ragazze si vestono in maniera più festiva. Spesso le feste vengono fatte a casa di qualcuno oppure in una piccola discoteca (se così si può chiamare) locale.

Una donna russa del villaggio - scrive Olga Ivanova - è forte, riesce a fare tutto da sola mentre il marito è via. Sa tagliare e trasportare la legna, sa portare da sola pacchi pesanti.

Una volta ero al mare in Italia con le mie amiche russofone, eravamo tutte senza marito benché fosse Domenica. Erano tutti al lavoro, come sempre. Noi sole, cinque donne con una marea di bambini, e, in più, passeggini, ombrelloni (si va di spiaggia libera perché amiamo la libertà!), roba da mangiare (si cucina e si divide), da bere (l'alcool non manca), bambini che correvano ovunque, borsoni pesanti. Ovviamente nessun uomo che si è alzato ad aiutarci, ma, a dirla tutta, neanche ci serviva. Ci siamo aiutate l'un l'altra. Ad un tratto mi sono voltata e ho notato che eravamo l'unico gruppo di 5 donne e 8 bambini da soli. Sotto tutti gli altri ombrelloni c'erano coppie o famiglie normali (cioè col padre presente) o coppie di amiche (in genere due, massimo 3), o comitive miste di maschi e di femmine, spesso adolescenti senza bambini.

<< La donna russa [del villaggio] lavora molto ma non si lamenta, ha un buon cuore, si preoccupa non solo dei propri bambini, ma anche dei bambini della vicina. >> scrive l'Ivanova. Allo stesso tempo la donna russa vuole sposarsi. Riferisce l'Ivanova di aver sentito le donne del villaggio cantare questa canzone: <<Che uomo! Voglio avere i tuoi figli, i tuoi figli maschi e le tue figlie femmine >>.

Potete trovare l'articolo completo in inglese qui.

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