Britannici più poveri degli italiani!

 


 Come anticipato dal titolo, nel corso degli ultimi anni il Regno Unito ha sorpassato - e di molto - l'Italia nel numero di cittadini poveri. La povertà nel Regno Unito è cresciuta esponenzialmente, a causa di una serie di motivi, non in ultimo la Brexit, raggiungendo un livello record del 21% di abitanti britannici poveri. A pagarla più amaramente sono i bambini: in questo caso un bambino britannico su 5 vive nell'indigenza, una percentuale che  praticamente rigetta il Regno Unito indietro nel tempo di almeno un secolo.

A peggiorare il quadro è la ricomparsa di malattie legate alla denutrizione, di antica memoria vittoriana, come il rachitismo e lo scorbuto. Nel Regno Unito, infatti, nel corso del 2024-2025 è cresciuto il numero di ricoveri ospedalieri per trattare bambini affetti da queste gravi malattie, che erano state debellate decenni or sono e che si pensava appartenessero al passato. 

Le cause di tale scempio sono molteplici e, a dirla tutta, riguardano un gran numero di Paesi occidentali. Sicuramente la deindustrializzazione prodotta dalla globalizzazione è la causa principale, e rischia seriamente di rigettare l'Europa in un nuovo Medioevo. È acclarato, benché molti facciano ancora finta di non crederci, che lo spostamento di interi scomparti industriali nei Paesi poveri abbia fatto andar persi milioni di posti di lavoro tutelati e con buoni stipendi nei Paesi ricchi. 

La crisi del 2008, inoltre, ha fatto retrocedere il PIL mondiale, con effetti di lunga durata non ancora riassorbiti da molti Paesi, a causa di due crisi successive che si sono semplicemente sovrapposte al disastro della deindustrializzazione e alla crisi del 2008: parlo della crisi dovuta al COVID-19 e alla crisi susseguita alla guerra in Ucraina, che ha tagliato, o ridotto, la catena di approvvigionamento di gas, fertilizzanti, uranio e cereali. A peggiorare specificatamente il quadro britannico è anche la Brexit, che ha ulteriormente impattato in maniera negativa sulla catena di approvvigionamento inglese, in questo caso dalla UE. 

In Italia, nonostante la situazione sia tutt'altro che rosea, il livello di povertà si attesta intorno all'8-10%, mentre, anche nel nostro Paese, le famiglie più colpite dalla povertà sono quelle con minori. A rendere il divario fra Regno Unito e Italia così ampio contribuisce l'andamento demografico: in Italia la popolazione sta diminuendo molto più in fretta che in Inghilterra, dove, invece, a causa di una vasta immigrazione, la popolazione è addirittura aumentata. Si tratta però di popolazione povera, con lavori saltuari e sottopagati, che va ad aumentare la pressione sul welfare e ne porta ad una maggiore dispersione. 

Anche i costi delle case sono assai più alti, per lo stesso motivo, nel Regno Unito. L'arrivo di newcomers ha spinto i prezzi delle abitazioni al rialzo, rendendo i prezzi delle case proibitive per una fascia molto ampia della popolazione. 

Nel complesso, l'economia britannica è ancora più grande di quella italiana; tuttavia, se si guarda al PPP (PIL rapportato al potere d'acquisto), allora la situazione cambia: il numero di persone in povertà è molto più alto nel Regno Unito. Tanto che oggi si considera il Paese della Union Jack un Paese ricco composto di gente povera, o, addirittura, un Paese povero tout-court. Qualcuno si è spinto fino ad affermare che il Regno Unito è un Paese del terzo mondo attaccato a Londra, il che lo renderebbe ironicamente simile al suo nemico storico: la Russia (ironia della sorte).

Da italiani, però, non gioiamo troppo presto. Con tutto questo non voglio dire che la situazione nel nostro Paese sia ideale, tutt'altro: la povertà è in aumento da diversi anni anche da noi e il suo tasso varia abbastanza a seconda dei parametri di riferimento. Stiamo semplicemente messi "meno peggio" del Regno Unito, ma solo perché la nostra popolazione, anziché aumentare, diminuisce. Il Regno Unito ci ha nettamente superati nel numero di abitanti, avendo ormai raggiunto i 69 milioni di abitanti. L'Italia, invece, ad un certo punto della sua storia aveva sfiorato i 64 milioni di abitanti, ma quel numero è ormai un lontano ricordo. Da allora, infatti, la popolazione è scesa sempre di più, nonostante una piccola toppa messa momentaneamente dall'immigrazione, comunque inferiore di quella nel Regno Unito. Ad oggi l'Italia non raggiunge neppure i 59 milioni di abitanti, in altre parole il nostro Paese ha ben dieci milioni di abitanti in meno del Regno Unito. 

Approfondendo un po' il discorso, Ecco i dati aggiornati che permettono un confronto fondato tra i due Paesi. Il Regno Unito ha circa 6 immigrati per 1000 abitanti, mentre l'Italia supera di poco l'1,5 immigrati per 1000 abitanti. Però io non ritengo affatto che l'immigrazione sia qualcosa di positivo. Spiego meglio: se si supera una certa soglia, l'immigrazione smette di essere un fenomeno positivo, per divenire un fenomeno che minaccia il benessere del ceto medio e aumenta la povertà, attraverso i meccanismi spiegati prima. Vero che l'economia potrebbe reggere meglio, tuttavia a farne le spese sarà il ceto medio. Alcune conseguenze dirette di una forte immigrazione sono:

- aumento dei prezzi delle case

- tagli al welfare (a causa dell'aumento dei poveri)

- aumento dell'insicurezza urbana, causata dal degrado e dalla povertà, specialmente nei quartieri periferici con alta presenza di immigrati (problema condiviso dalle banlieue francesi).

Per finire, va detto che la povertà nel Regno Unito non è visibile come la povertà in posti come le Filippine o l'India. La povertà britannica è silenziosa, strisciante, fatta di ansia e paura per il futuro, depressione, aumento delle malattie mentali, isolamento sociale, alimentazione squilibrata, case fredde e con la muffa, denutrizione e persone che saltano i pasti per risparmiare. 

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